La ricerca sull'efficacia delle pratiche basate sull'evidenza nel trattamento della depressione e dell'ansia sulle popolazioni di cure palliative è principalmente limitata alle persone che hanno condizioni specifiche come il cancro.
Questa meta-analisi ha esaminato l'effetto della psicoterapia sulla depressione e l'ansia tra i soggetti in qualsiasi condizione appropriata alle cure palliative.
Sono stati esaminati i database PubMed, PsycINFO, Cochrane Library ed EMBASE fino all’agosto 2017. Gli studi eleggibili erano studi randomizzati controllati di psicoterapia che riportassero gli esiti di depressione ed ansia e includessero [...]
[...] adulti con gravi malattie.
La meta-analisi ha incluso 32 studi randomizzati controllati con 36 campioni che comprendevano 1536 partecipanti sottoposti a psicoterapia.
Nel complesso i risultati suggeriscono che la psicoterapia nelle popolazioni di cure palliative ha ridotto i sintomi della depressione (grande effetto) e dell’ansia (piccolo effetto).
La psicoterapia ha anche migliorato la qualità della vita (piccolo effetto). Significativi elementi limitativi degli effetti dell'intervento includevano il tipo di aiuto e chi lo fornisce, il numero e la durata delle sessioni di trattamento e l'età del campione.
Le terapie cognitivo-comportamentali e altre terapie (ad esempio, gli approcci “acceptance” e “mindfulness”) hanno mostrato effetti significativi, così come gli interventi forniti da professionisti della salute mentale.
Sessioni di trattamento più numerose hanno prodotto maggiore effetto; sessioni più prolungate hanno dato minore effetto.
Con l'aumentare dell'età del campione, la dimensione dell'efficacia è diminuita.
I risultati suggeriscono che la psicoterapia nelle persone con malattie gravi appropriate per le cure palliative può mitigare i sintomi della depressione e dell’ansia e migliorare la qualità della vita. La modalità metodologica dei resoconti e la qualità dei progetti di ricerca negli studi di psicoterapia per queste tipologie di pazienti potrebbero essere migliorate. È necessaria una ricerca futura con una gamma più ampia di popolazioni di pazienti.