Nel 2008 Barbara, era una donna vivace, fiduciosa, appagata dalle occasioni affettive e relazionali che il suo percorso di vita le aveva offerto e su cui aveva costruito il suo vissuto. Attiva quale educatrice, condivideva i suoi desideri e le sue azioni con un compagno, Walter, in cui aveva riposto la ”sicurezza” del suo futuro e di colui che avevano procreato. La loro vita era contraddistinta da impegni nella comunità civile rivolti a coloro che avevano avuto meno occasioni di serenità e di sviluppo personale e sociale consapevoli che la loro condizione li favoriva nell’offrire opportunità. Poi l’incontro con la malattia, la paura, la disperazione, l’attesa e…l’assenza. |
Walter non è presente accanto a Barbara dal 11 febbraio 2010.
Da quel giorno, il vigore, la tenacia, la coerenza, la volontà di chiarezza e di ricerca hanno caratterizzato le sue azioni, le sue scelte e le sue attese. Perseguire la conoscenza del proprio sé, del suo esistere ancora, del vivere con suo figlio, dal profondo e devastante dolore è stata complessa e a tratti sconvolgente, ma necessaria e significativa per continuare ad agire, pensare, costruire, per sé e per coloro che incontra ogni giorno.
Oggi, Barbara è espansiva, generosa, meditativa, selettiva, propositiva per sé, la sua famiglia e la comunità civile, consapevole che tutta la ricchezza che le appartiene deve essere profusa a coloro che pensano di non averne.