Sandro,
vive oggi, nella sua ottava decade di vita, con la stessa intensità la perdita di sua figlia occorsa il 28 febbraio del 1976.
Non esiste tempo che possa annullare o stemperare la percezione dell’assenza corporea ed emotiva di una presenza affettivamente così importante. È uno stato che permea il vissuto di ieri e di oggi.
Sandro ha combattuto per tutta la sua vita in diversi contesti; ha ricercato quei significati che potessero sostenere la quotidianità intrisa d’assenza. La sua costante battaglia con la tristezza che si è insinuata nella vita, lo ha portato a superare la riflessione auto referenziata, a cercare di sublimare la sua capacità d’ascolto, a comprimere il dolore nella sopravvivenza.
Ed oggi scolpisce il suo messaggio di vita elaborato nella profonda e silenziosa disperazione. La certezza della positività nella ricerca quotidiana di un valore della vita non quale espressione di un successo personale o familiare, o di una condizione sociale riconosciuta da terzi, ma piuttosto il perseguire la generosità umana. Sublimare la sensibilità umana, l’attenzione all’ascolto, la capacità di esprimersi, allo scopo di dare a coloro che hanno bisogno di te. Il dolore compresso non gli ha impedito di riconoscere la ricchezza e la varietà della presenza umana; anzi gli ha consentito di evolvere la sua propensione al sociale, a sviluppare azioni di condivisione e di partecipazione. Il suo dolore ha modellato la sua tristezza nella ricerca della bellezza della natura e nei rapporti umani, accompagnando la sua faticosa costruzione di vicinanza a coloro con cui convive. |