L’hospice fornisce una gamma completa di servizi, spesso anche a casa dei pazienti che si avviano alla fine della vita. Dato che non ci sono studi pubblicati che descrivano gli incidenti incorsi ai pazienti in assistenza domiciliare gestita da un hospice, la ricerca si è proposta di esplorarne le tipologie e... |
... le caratteristiche in base all’esperienza dei membri dei team interdisciplinari di alcuni hospice.
Lo studio è stato di tipo qualitativo e descrittivo.
Da un campione di convenienza di 17 hospice in 13 Stati sono stati individuati 62 partecipanti tra i loro infermieri, medici, assistenti sociali, cappellani, e assistenti sanitari domiciliari. Inoltre è stato intervistato un campione separato di 19 esperti responsabili di cure hospice per valutare la credibilità dei risultati primari. Le interviste telefoniche semistrutturate sono state registrate e trascritte. Quattro ricercatori hanno revisionato le interviste per identificare i temi comuni.
La maggior parte delle evidenze ha suggerito una definizione di sicurezza del paziente in hospice domiciliare basata sulla preoccupazione delle difficoltà evitabili ai caregiver familiari o le inutili turbative del processo di morte naturale.
Le categorie più frequenti di danno al paziente sono stati i traumi da caduta e l’inadeguato controllo dei sintomi. I fattori di rischio più comunemente citati erano legati ai pazienti, ai familiari caregiver, o alla collocazione domiciliare.
Pochi intervistati hanno ricordato incidenti o danni dovuti ad errori medici da parte dei membri del team hospice. Confrontando i dati di questo primo studio in ambito hospice con ricerche sulla sicurezza dei pazienti in altre tipologie di assistenza sanitaria, i partecipanti hanno ricordato pochi episodi legati ad errori di valutazione, trattamento, o comunicazione da parte del team hospice.
Le cause più comuni di danni per i pazienti
· Lesioni da cadute
· Inadeguato controllo dei sintomi, in particolare del dolore
I pericoli più comunemente descritti e i fattori che riducono la sicurezza del paziente
· Pazienti fragili o debilitati che vivono da soli, o lasciati soli dai caregiver (il fattore più comunemente descritto nelle interviste di fase 1)
· Limitazioni fisiche e/o cognitive del caregiver
· Limitazioni fisiche e/o cognitive dei pazienti
· Il paziente o il caregiver hanno difficoltà a capire le istruzioni per la cura
· Punti di vista dei familiari o del caregiver oppure divergenze rispetto al progetto assistenziale hospice
· Non aderenza alle istruzioni impartite dal team hospice
· La famiglia non accetta la prognosi a breve e ''forza'' l’attività di un paziente morente
· I familiari sono sopraffatti dal loro ruolo di caregiver
· Condizioni di vita cattive o fisicamente pericolose
· Rapido incremento della debolezza/debilitazione del paziente
· Paure del paziente/caregiver riguardo ai farmaci, in particolare gli oppioidi
· Scarsa comprensione delle istruzioni di dosaggio da parte del paziente/caregiver
· Errori di dosaggio da parte del paziente/caregiver
· Variazione della cura da parte dei familiari o del caregiver
· Ritardi nella prescrizione/fornitura dei farmaci al domicilio del paziente
· Riluttanza del medico o suo ritardo nella prescrizione di farmaci
Incidenti rari ma causa di un danno significativo
· Ustioni e incendi causati da fumo/scintille/fiamme vicino al paziente quando si usa l’ossigeno a casa, i danni variano da piccole ustioni facciali a significativi incendi che causano la morte
· Il suicidio del paziente con mezzi violenti mentre era assistito dall’hospice, se il danno per il paziente è ovvio, quello emotivo per la famiglia, il caregiver e il team hospice è descritto come grave e duraturo
· Scosse multiple causate dal defibrillatore durante il processo di morte, comportano notevoli sofferenze al paziente e un danno emotivo per coloro che assistono alla sua morte
· Overdose non intenzionale dovuta alla somministrazione di un oppioide da parte del familiare caregiver, il danno varia da una sedazione temporanea ad una possibile accelerazione della morte in un paziente già morente, con conseguente stress emotivo per i familiari