Per misurare l'incidenza della morte precoce dopo la dimissione dai reparti di pronto soccorso e per esplorare le potenziali fonti di variazione del rischio per mezzo di aspetti misurabili degli ospedali e dei pazienti, è stato svolto uno studio retrospettivo di coorte esaminando i dati sui reclami del programma Medicare, relativi alle visite al pronto soccorso, dal 2007 al 2012.
I partecipanti erano un campione del 20%, rappresentativo a livello nazionale, dei beneficiari della tariffa per prestazione Medicare. Dato che ci si concentrava sulle persone generalmente sane che vivono nella comunità, sono stati esclusi [...]
[...] i pazienti ricoverati in strutture di lungodegenza, con un’età di ≥90 anni, che ricevevano cure palliative o erano seguiti da un hospice, o con una diagnosi di malattia incurabile che porta a morte prematura, sia durante le visite in pronto soccorso (per esempio, infarto del miocardio) o nell'anno precedente (per esempio, tumore maligno).
L’elemento indagato era la morte entro sette giorni dalla dimissione dal pronto soccorso, escludendo i pazienti che venivano trasferiti o ricoverati.
Tra i pazienti dimessi, lo 0,12% (12.375/10.093.678, nel campione del 20% rispetto al 2007-12) è morto entro sette giorni, oppure 10.093 all'anno a livello nazionale.
L'età media al momento della morte era 69 anni.
Le principali cause di morte riportate sui certificati di morte sono state la malattia aterosclerotica cardiaca (13.6%), l’infarto del miocardio (10.3%) e la malattia polmonare ostruttiva cronica (9,6%). Circa il 2.3% è morto per overdose di stupefacenti, in gran parte dopo visite per problemi muscolo-scheletrici.
Gli ospedali nel quinto più basso dei tassi di accettazione di pazienti provenienti dal dipartimento di emergenza hanno avuto i più alti tassi di morte precoce (0.27%) - 3.4 volte superiore rispetto agli ospedali nel quinto più elevato (0.08%) - nonostante il fatto che gli ospedali con i tassi di ammissione più bassi servivano fasce di popolazioni più sane, come rilevato dalla mortalità generale a sette giorni tra tutti quelli che si erano recati al pronto soccorso. I piccoli aumenti del tasso di ammissione sono stati collegati a grandi diminuzioni del rischio.
All'analisi multivariata, i servizi di emergenza che hanno esaminato maggiori quantità di pazienti (odds ratio 0.84, 95% intervallo di confidenza da 0.81 a 0.86) e quelli che presentavano maggiori spese per le visite (0.75, 0.74-0.77) avevano un numero significativamente minore di decessi.
Alcune diagnosi erano più comuni tra i decessi precoci rispetto ad altre visite in pronto soccorso: stato mentale alterato (tasso di rischio 4.4, 95% intervallo di confidenza da 3.8 a 5.1), dispnea (3.1, da 2.9 a 3.4) e malessere/fatigue (3.0, da 2.9 a 3.7).
Ogni anno, un numero considerevole di assistiti da Medicare, muore subito dopo la dimissione dal pronto soccorso, nonostante nei loro reclami non compaiano diagnosi di malattie che mettono in pericolo di vita. Sono necessarie ulteriori ricerche per indagare se fosse possibile prevenire queste morti.