Negli ultimi decenni vi è stato un significativo aumento del numero delle sperimentazioni cliniche pubblicate nell’ambio delle cure palliative.
Tuttavia, l’evidenza empirica suggerisce che ci sono problemi metodologici nella progettazione e nella conduzione degli studi, il che solleva domande sulla validità e la possibilità di generalizzare i risultati e sulla solidità delle evidenze disponibili. Si è cercato di valutare le caratteristiche metodologiche e di stimare la qualità delle segnalazioni delle sperimentazioni cliniche nelle cure palliative.
È stata eseguita una revisione sistematica delle sperimentazioni cliniche pubblicate che valutavano gli interventi terapeutici nelle cure palliative. Le sperimentazioni sono state identificate usando MEDLINE (dall'inizio fino al febbraio 2015). Sono state valutate le [...]
[...] caratteristiche metodologiche ed è stata descritta la qualità delle segnalazioni utilizzando il Cochrane Risk of Bias.
Sono stati individuati 107 studi.
Il campo medico più comunemente studiato era l’oncologia ed il 43,9% delle sperimentazioni valutava gli interventi farmacologici. Il controllo dei sintomi e gli aspetti fisici (ad es. intervento sul dolore, l’affanno, la nausea) erano le questioni specifiche più studiate in ambito palliativo. Si è evidenziata una carenza di segnalazioni su informazioni chiave, in particolare sulla generazione di sequenze casuali, l’occultamento della lista di randomizzazione e l’accecamento.
Mentre il numero delle sperimentazioni cliniche in ambito palliativo è aumentato nel corso del tempo, la qualità metodologica rimane subottimale. Questo compromette la qualità degli studi. Pertanto, è necessario uno sforzo maggiore per consentire l'adeguata esecuzione degli studi futuri e aumentare la validità della medicina basata sull’evidenza in questa importante area.