Il delirio è comune nei pazienti ospedalizzati ed è associato a esiti poco favorevoli. Gli antipsicotici sono comunemente usati; tuttavia, i benefici e i danni associati non sono chiari.
Per condurre una revisione sistematica che valuti i benefici e i danni degli antipsicotici nel trattamento del delirio negli adulti, sono stati consultati PubMed, Embase, CENTRAL, CINAHL e PsycINFO dall'inizio al luglio 2019 senza restrizioni linguistiche.
Sono stati considerati gli studi randomizzati controllati che confrontavano gli antipsicotici al placebo o tra di loro e gli studi osservazionali prospettici che riportano effetti avversi.
Un ricercatore ha estratto i dati e valutato la forza complessiva delle evidenze (SOE) per i risultati critici, con la conferma da parte di un altro ricercatore. Il rischio di parzialità è stato valutato in modo indipendente da 2 ricercatori.
Tra i 16 studi randomizzati e [...]
[...] i 10 studi osservazionali su adulti ospedalizzati, non vi sono state differenze nello stato di sedazione (SOE bassa e moderata), durata del delirio, durata della degenza in ospedale (SOE moderata) o mortalità tra l’aloperidolo e gli antipsicotici di seconda generazione rispetto al placebo.
Non c'era differenza nella gravità del delirio (SOE moderata) e nelle funzioni cognitive (SOE bassa) per l’aloperidolo rispetto agli antipsicotici di seconda generazione, con evidenze insufficienti o assenti per gli antipsicotici rispetto al placebo.
Nella comparazione diretta tra diversi antipsicotici di seconda generazione, non vi era alcuna differenza nella mortalità e insufficienti o nessuna evidenza per molteplici altri esiti.
Vi erano poche evidenze che dimostrassero danni neurologici associati all'uso a breve termine degli antipsicotici nel trattamento del delirio in pazienti adulti, ma più frequentemente tendevano a manifestarsi effetti cardiaci potenzialmente dannosi.
Era presente eterogeneità in termini di dosaggio e via di somministrazione degli antipsicotici, di esiti e strumenti di misurazione. Non vi erano evidenze o erano insufficienti in merito a molteplici esiti clinicamente importanti.
Le attuali evidenze non supportano l'uso di routine dell’aloperidolo o degli antipsicotici di seconda generazione per il trattamento del delirio nei pazienti adulti ricoverati.