La depressione è una causa comune ed importante di stati patologici e mortalità in tutto il mondo. La depressione è comunemente trattata con gli antidepressivi e/o con la terapia psicologica, ma alcuni potrebbero preferire approcci alternativi come l'esercizio fisico. Varie ragioni teoriche supportano il fatto che l’esercizio fisico possa migliorare la depressione. Per questo si è deciso di aggiornare una precedente ricerca, pubblicata per la prima volta nel 2009, in modo da determinare l'efficacia dell’esercizio fisico nella cura della depressione negli adulti, rispetto all’assenza di trattamento o confrontandola con un altro intervento. Alla ricerca non sono state... |
...imposte restrizioni di lingua e di date; è stato consultato il Cochrane Depression, Anxiety and Neurosis Review Group's Controlled Trials Register (CCDANCTR) fino al 13 luglio 2012 che include le sperimentazioni pertinenti randomizzate controllate dalle seguenti banche dati bibliografiche: The Cochrane Library (tutti gli anni); MEDLINE (dal 1950 ad oggi); EMBASE (dal 1974 fino ad oggi) e PsycINFO (dal 1967 ad oggi). Sono stati anche visitati: www.controlled-trials.com, ClinicalTrials.gov e WHO International Clinical Trials Registry Platform. La ricerca sul CCDANCTR è stata ampliata fino a 1° marzo 2013 e tutte le sperimentazioni potenzialmente ammissibili, ma non già incluse sono state catalogate come “in attesa di classificazione”.
I criteri di selezione prendevano in considerazione le sperimentazioni controllate randomizzate in cui l’esercizio fisico (definito secondo i criteri dell’American College of Sports Medicine) è stato confrontato con un trattamento standard, nessun trattamento o un trattamento con placebo, una terapia farmacologica o psicologica o altra terapia attiva, negli adulti (18 anni e oltre) affetti da depressione, come definito dagli autori della sperimentazione. Sono state incluse le sperimentazioni randomizzate di gruppo ed individuali, mentre sono state escluse quelle della depressione postnatale.
Due autori della ricerca hanno estratti i dati sugli esiti primari e secondari, alla fine della sperimentazione e alla fine del follow-up (se disponibile).
Sono stati calcolati i valori del risultato per ogni sperimentazione utilizzando il metodo Hedges' ge una differenza media standardizzata (SMD) per il risultato cumulativo globale, i formati di effetto utilizzando un rapporto di rischio del modello degli effetti random per i dati dicotomici.
Se le sperimentazioni utilizzavano diversi strumenti per valutare la depressione, la misura del risultato principale è stata inclusa solo nella meta-analisi.
Se le sperimentazioni prendevano in considerazione diverse “dosi” di esercizio, questo studio ha considerato i dati relativi alla “dose” più grande ed eseguito le analisi di sensibilità utilizzando la “dose” più bassa.
Si sono effettuate analisi di sottogruppo per esplorare l'influenza del metodo di diagnosi della depressione (colloquio diagnostico o punto limite su una scala), l’intensità dell’esercizio fisico e il numero di sessioni di esercizio sull’entità degli effetti.
Sempre due autori hanno eseguite le valutazioni del rischio di errore.
Le analisi di sensibilità hanno esplorato l'influenza della qualità degli studi sui risultati.
39 sperimentazioni (2326 partecipanti) hanno soddisfatto i criteri di inclusione stabiliti, tra queste 37 hanno fornito dati per la meta-analisi.
C'erano più fonti di errore in molte sperimentazioni: la randomizzazione non era ben evidente in 14 studi, 15 avevano utilizzato l’analisi degli intenti iniziali e 12 valutatori ciechi per i risultati.
Per le 35 sperimentazioni (1356 partecipanti) che avevano valutato l'esercizio fisico a fronte di nessun trattamento o di un intervento di controllo, l’SMD di gruppo per il risultato primario della depressione alla fine del trattamento era -0.62 (intervallo di confidenza 95% (CI) -0.81/-0.42) che indica un moderato effetto clinico. C'era una moderata eterogeneità (I² = 63%).
Quando sono state incluse solo le 6 sperimentazioni (464 partecipanti) con l’allocazione non ben chiara, l’analisi degli intenti iniziali e il valutatore cieco per i risultati, l’SMD di gruppo per questo risultato non era statisticamente significativo (-0.18, 95% CI -0.47/0,11).
Dai dati riuniti delle 8 sperimentazioni (377 partecipanti) che fornivano dati con un follow-up a lungo termine sull'umore, risultava un piccolo vantaggio a favore dell’esercizio fisico (SMD -0.33, 95% CI -0.63/0,03).
29 studi indicavano l’accettabilità del trattamento, 3 menzionavano la qualità della vita, nessuno il costo e 6 riportavano eventi avversi. Per l'accettabilità del trattamento (valutata in base al numero di abbandoni durante l'intervento), il rapporto di rischio era 1.00 (IC 95% 0,97/1,04).
7 sperimentazioni confrontavano l’esercizio fisico con la terapia psicologica (189 partecipanti) e non riferivano alcuna differenza significativa (SMD 0,03, 95% CI -0.32/0,26).
4 studi (300 partecipanti) confrontando l’esercizio fisico con il trattamento farmacologico non hanno trovato alcuna differenza significativa (SMD -0.11, -0.34, 0.12).
Una sperimentazione (18 partecipanti) ha riferito che l'esercizio era più efficace della terapia della luce intensa (MD-6.40, 95% CI -10.20/-2.60).
Per ogni sperimentazione inclusa nell’aggiornamento, due autori hanno valutato indipendentemente le fonti di errore in conformità con lo strumento “Rischio di errore” del Cochrane Collaboration.
Nelle sperimentazioni sull’esercizio fisico, è intrinsecamente difficile che sia chi riceve l'intervento sia chi lo eroga siano in doppio cieco. Molte sperimentazioni utilizzavano scale di valutazione con autovalutazione del partecipante come metodo per l'analisi post-intervento, il che comporta anche il rischio di falsi risultati.
Globalmente risulta che l’esercizio fisico è moderatamente più efficace di un intervento di controllo per ridurre i sintomi della depressione, ma l'analisi di studi metodologicamente solidi riduce un po’ questo vantaggio dell’esercizio fisico. Rispetto alle terapie farmacologiche o psicologiche, l’esercizio fisico non si dimostra più efficace, anche se tale conclusione si basa su poche e piccole sperimentazioni.
vai all'abstract >>http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24026850