Il cancro aumenta il rischio di eventi tromboembolici anche nei pazienti che ricevono terapie anticoagulanti. Per confrontare l’efficacia e la sicurezza dell’eparina a basso peso molecolare (EBPM) e degli anticoagulanti orali per il trattamento a lungo termine del tromboembolismo venoso (TEV) nei pazienti oncologici, è stata condotta una ricerca completa sugli studi relativi alla terapia anticoagulante nei pazienti affetti da cancro, comprendente: [..] |
[..] una ricerca elettronica nel febbraio 2013 su: Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL Issue 12, 2012), MEDLINE ed EMBASE;
- una ricerca manuale sugli atti di convegni;
- un controllo dei riferimenti degli studi inclusi;
- l’uso della funzione ‘citazione correlata’ in PubMed;
- una ricerca sul sito clinicaltrials.gov per gli studi in corso.
Sono stati inclusi gli studi randomizzati controllati confrontando il trattamento a lungo termine dell’eparina a basso peso molecolare rispetto agli anticoagulanti orali (antagonisti della vitamina K o ximelagatran) nei pazienti oncologici con tromboembolismo venoso sintomatico oggettivamente confermato.
Sono stati raccolti i dati, riportandoli su un modulo standardizzato, relativi alla qualità metodologica, ai partecipanti, agli interventi e risultati di interesse: sopravvivenza, recidiva del tromboembolismo venoso, sanguinamenti consistenti e di minore entità, trombocitopenia, sindrome postflebitica. La qualità delle prove a livello di risultati è stata valutata basandosi sull’approssimazione GRADE.
Delle 9559 citazioni individuate, 10 studi randomizzati controllati (11 relazioni) erano ammissibili e riportavano i dati di 1981 pazienti oncologici. Sono stati esclusi 14 studi in cui i pazienti oncologici costituivano sottogruppi di studio, ma che non riportavano i risultati a loro relativi.
La meta-analisi di 7 studi randomizzati controllati che confrontavano l’eparina a basso peso molecolare agli antagonisti della vitamina K non rilevava alcun beneficio statisticamente significativo sulla sopravvivenza (hazard ratio (HR) 0,96, 95% intervallo di confidenza (IC) 0,81-1,14), ma una riduzione statisticamente significativa del tromboembolismo venoso (HR 0.47, 95% IC 0.32 a 0,71).
I risultati rimanenti non escludevano un effetto benefico o dannoso dell’eparina a basso peso molecolare rispetto agli antagonisti della vitamina K per gli esiti del sanguinamento maggiore (HR 1,07, IC 95% 0,52-2,19), di quello minore (HR 0,89, IC 95% 0,51-1,55), o della trombocitopenia (HR 0,98, IC 95% 0,57-1,66).
La qualità delle prove era bassa per la mortalità, il sanguinamento maggiore e quello minore, e moderata per la recidiva del tromboembolismo venoso.
1 studio randomizzato controllato confrontando il dabigatran con gli antagonisti della vitamina K non escludeva effetti benefici o dannosi di un componente rispetto all’altro.
1 studio randomizzato controllato comparava il prolungamento di 6 mesi della terapia anticoagulante con 18 mesi di ximelagatran 24 mg due volte al giorno, rispetto allo ximelagatran senza alcun prolungamento, non escludeva effetti benefici o dannosi sulla riduzione del tromboembolismo venoso, della mortalità e del sanguinamento minore.
1 studio randomizzato controllato confrontando un’iniezione sottocutanea alla settimana di idraparinux per 3 o 6 mesi rispetto al trattamento standard (anticoagulante parenterale seguito da warfarin o acenocumarolo) suggeritva una riduzione delle recidive del tromboembolismo venoso (HR 0,39, IC 95% 0,14-1,11) a sei mesi, ma non escludeva effetti benefici o dannosi riguardo alla mortalità (HR 0,99, IC 95% 0,66-1,48) e al sanguinamento maggiore (HR 1,04, IC 95% 0,39-2,83).
Per il trattamento a lungo termine del tromboembolismo venoso nei pazienti oncologici, l’eparina a basso peso molecolare rispetto agli antagonisti della vitamina K riduce gli eventi tromboembolici venosi, ma non la mortalità. Di conseguenza la decisione, per un paziente con il cancro ed il tromboembolismo venoso, se iniziare l’eparina a basso peso molecolare a lungo termine o piuttosto una terapia anticoagulante orale, dovrebbe bilanciare i benefici ed i rischi e considerare i valori e le preferenze del paziente riguardo alle aspettative rilevanti e alle strategie alternative di trattamento.
vai all'abstract: >> Anticoagulation for the long term treatment of venous thromboembolism in patients with cancer