La pianificazione assistenziale anticipata può prevenire delle cure di fine vita inutili o dannose e discordanti dai desideri del paziente. Nonostante il riconoscimento da lunga data dei vantaggi delle direttive anticipate di cura in oncologia, non è chiaro se la partecipazione a questa pianificazione da parte dei pazienti sia aumentata nel corso del tempo.
La ricerca si propone di caratterizzare le tendenze relative all’assegnazione di una procura durevole, alla creazione di un testamento biologico e alla partecipazione [...]
[...] alle discussioni sulle preferenze terapeutiche al termine della vita e di esplorare le associazioni tra i sottotipi di direttive anticipate e l’intensità del trattamento terminale che si riflette sulle decisioni terapeutiche e sui ricoveri nella terminalità.
Sono stati analizzati prospetticamente i dati raccolti nelle indagini dal 1985 dei familiari consanguinei dei pazienti oncologici morti tra il 2000 e il 2012, del Health and Retirement Study; sono stai considerati i dati delle esaurienti interviste sulla morte condotte con i delegati dopo il decesso del partecipante.
L’Health and Retirement Study è uno studio comparativo longitudinale, biennale, rappresentativo a livello nazionale dei residenti negli Stati Uniti di età superiore ai 50 anni. Sono state analizzate le tendenze dei sottotipi di direttive anticipate ed i modelli di regressione logistica multivariata hanno esaminato l'associazione tra i sottotipi e le misurazioni dell’intensità del trattamento.
Sono state quantificate le tendenze nella frequenza riferita dal familiare delegato sull’assegnazione di una procura durevole, su un testamento biologico e sulla partecipazione ai colloqui sulle preferenze per le cure di fine vita; le associazioni tra i sottotipi di direttive anticipate e, sia le decisioni assistenziali, riferite dal delegato, sia le ospedalizzazioni terminali.
Dal 2000 al 2012, si è registrato un incremento nell’assegnazione di procure durevoli (dal 52% al 74%, P = 0.03), scarse variazioni significative nell'uso del testamento biologico (dal 49% al 40%, P = 0.63) o nei colloqui sul fine vita (dal 68 % al 60%, P = 0.62).
Il familiare delegato riferisce che i pazienti hanno ricevuto "tutte le cure possibili" durante il fine vita, queste sono aumentate nel periodo (dal 7% al 58%, P = 0.004) ed i tassi di ricovero nella terminalità sono rimasti invariati (dal 29% al 27%, P = 0.70).
La limitazione o il rifiuto del trattamento è stato associato con il testamento biologico (odds ratio elaborata, 2,51; 95% CI, 1,53-4,11; P <0.001) ed con i colloqui sul fine vita (odds ratio elaborata, 1.93; 95% CI, 1,53-3,14; P = 0.002), ma non con l’assegnazione di una procura durevole.
L'utilizzo di una procura durevole è aumentato significativamente tra il 2000 e il 2012, ma non è stato associato con le decisioni di trattamento terminale.
È importante sottolineare che non si è avuto alcuno sviluppo nei principali settori delle direttive anticipate quali i colloqui sulle preferenze assistenziali. Gli sforzi per rafforzare la comunicazione delle preferenze terapeutiche al termine della vita ed anche il coinvolgimento dei familiari delegati sono estremamente necessari per assicurare che si riceveranno cure coerenti agli obiettivi concordati.
vai all'abstract:>> Trends in Advance Care Planning in Patients With Cancer Results From a National Longitudinal Survey