Le Unità di Cure Palliative  sono una risorsa limitata in Canada, quindi l'ammissione a una di queste Unità è limitata ai pazienti con una prognosi a breve.

In modo non confermato, l'ammissione dei pazienti non neoplastici all’Unità di Cure Palliative è ulteriormente ostacolata dalla paura che i malati sopravvivano a lungo e possano ridurre la disponibilità di posti letto.

Questo comporta che i pazienti non neoplastici non hanno pari opportunità di ricovero nelle Unità di Cure Palliative.

Per identificare la sopravvivenza dei pazienti con una diagnosi non oncologica si è condotta una revisione retrospettiva di tutti i ricoveri in quattro Unità di Cure Palliative a Toronto, in Canada, nel corso di un 1 anno. Sono state valutate le associazioni tra i dati demografici, la prognosi, i punteggi di performance palliativo (PPS), la durata del soggiorno e i tempi di attesa.

Sono stati raccolti i dati di 1000 pazienti, di cui il 21% aveva una diagnosi non neoplastica.

I pazienti non neoplastici sono risultati più anziani, con prognosi più brevi e punteggi PPS più bassi al momento del ricovero rispetto ai neoplastici. I pazienti non neoplastici hanno avuto un ricovero più breve (14 contro 24, p <0,001) rispetto ai pazienti oncologici e un rischio simile ai malati di cancro di essere dimessi. Inoltre, si è evidenziata una tendenza ad abbreviare il ricovero per una vasta gamma di fattori demografici, diagnostici, prognostici e categorie di PPS. L'analisi multivariata ha mostrato che la durata del ricovero non è associata alla diagnosi di tumore (p = 0,36).

I pazienti non oncologici, rispetto ai pazienti oncologici, hanno una permanenza più breve e un rischio simile di essere dimessi ancora in vita da una Unità di Cure Palliative, e la diagnosi oncologica non si è dimostrata correlata con la sopravvivenza della popolazione in studio. I risultati dimostrano che i pazienti non neoplastici non sono "lungo sopravviventi", e che i medici di riferimento e le Unità di Cure Palliative non dovrebbero rifiutare o limitare l’invio dei malati non neoplastici per la preoccupazione che questi pazienti abbiano un impatto negativo sulla disponibilità dei posti letto delle Unità di Cure Palliative.

vai all'abstract >> Survival Duration among Patients with a Noncancer Diagnosis Admitted to a Palliative Care Unit: A Retrospective Study - James Downar - Journal of Palliative Medicine. June 2012, 15(6): 661-666.

 

Lo studio si prefigge di determinare la disponibilità di servizi medici, di programmi e di assistenza per le comuni procedure delle cure palliative, negli hospice, nelle Unità di Cure Palliative (PCU), nei reparti ospedalieri di medicina (MWS) che forniscono cure palliative in regime di ricovero in Ontario (Canada).

Sono stati identificate strutture ospedaliere che forniscono cure palliative tramite i siti web dell'Ontario Hospital Association (OHA) e dell’Hospice Association of Ontario (HAO). Un sondaggio è stato inviato via mail al responsabile delle cure palliative in ciascuna struttura, e sono stati confrontati i servizi disponibili nei tre tipi di unità, utilizzando i test di Fisher e di Kruskal-Wallis.

Dei 128 questionari inviati, 102 (80%) sono stati compilati e restituiti, da 58 reparti ospedalieri di medicina, 31 unità di cure palliative e 13 hospice.

I reparti ospedalieri di medicina sono complessivamente la realtà più diffusa, ed in particolare nelle zone rurali. Le MW sono più propense a offrire chemioterapia per via endovenosa e gli antibiotici (p <0,01).

Le unità di cure palliative è più frequente che forniscano assistenza per le procedure più diffuse (ad esempio, tracheostomia, nefrostomia, p <0,01), distribuiscano metadone per la gestione del dolore (p <0,0001), e somministrino la radioterapia palliativa (p <0,01).

Soprattutto nei reparti ospedalieri di medicina sono disponibili chemioterapie per via intravenosa ed antibiotici (p<0.0001).

Le trasfusioni sono somministrate nella maggior parte delle unità di cure palliative e dei reparti ospedalieri di medicina ma solo in un hospice (p <0,0001).

Gli Hospice forniscono frequentemente terapie complementari.

La mancanza di sostegno finanziario e di risorse umane sono stati gli ostacoli più frequentemente riscontrati per la fornitura di cure palliative di qualità.

Vista la considerevole variabilità nei servizi disponibili presso le strutture di ricovero dove vengono offerte le cure palliative, sono certamente necessari aiuti economici e risorse per assicurare un’equivalente alta qualità assistenziale sia nelle aree urbane che rurali.

Vai all'abstract >> Availability of Services in Ontario Hospices and Hospitals Providing Inpatient Palliative Care

Kathryn Towns, Journal of Palliative Medicine. Online Ahead of Print: April 18, 2012

 

Il riconoscimento economico a giornata dell’assistenza di cure palliative può creare l’incentivo a selezionare le persone da ricoverare prediligendo malati che abbiano un minor bisogno di assistenza e una permanenza più lunga. A conforto di questa ipotesi, Wachterman ha pubblicato su JAMA l’analisi comparativa tra gli hospice profit (1087 record da 145 servizi), e quelli non profit (3618 record per 524 servizi). Questo studio ha dimostrato che l’attività profit ha una minore presenza di malati affetti da cancro, e una più elevata percentuale di malati di demenza e affetti da patologie non neoplastiche

Mentre non ci sono differenze significative del luogo di cura tra profit e non profit quando i dati sono corretti rispetto al livello demografico, clinico e alle caratteristiche organizzative dei servizi. Invece, la permanenza in assistenza è maggiore per il profit (20 gg medi) rispetto ai 16 gg del non profit, e con percentuali superiori di malati in assistenza per oltre 365 giorni (6,9% rispetto al 2,8% del non profit), così come una minore incidenza dei pazienti con assistenza inferiore a 7 gg (28,1% rispetto al 34,3%). La frequenza di visite giornaliere nei pazienti con demenza o patologia non neoplastica (0.37 e 0.41 visite) è minore di quella per i pazienti oncologici (0,50 visite) da parte degli infermieri e degli assistenti sociali (0.11 versus 0.14 versus 0,15 visite).

 

Vai all'articolo >> JAMA (2011 feb 2; 305:472-479)

 

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