Ampie prove mostrano che oltre il 50% delle persone preferisce essere assistito e morire a casa se appena le circostanze consentono di scegliere. Nonostante i migliori sforzi e programmi, però solo un terzo o meno di tutti i decessi avviene a casa in molti paesi del mondo. Questo studio si propone: 1. di quantificare l'efficacia dei servizi di cure palliative domiciliari per i pazienti adulti con malattia avanzata e per i loro familiari caregiver, sulla probabilità che i pazienti muoiano a casa; 2. di esaminare l'efficacia clinica, per i pazienti e i loro caregiver, dei servizi di cure palliative domiciliari su altre problematiche quali il controllo dei sintomi, la qualità della vita, la sofferenza del caregiver e la soddisfazione sulla cura; 3. di confrontare l'uso delle risorse e dei costi associati a tali servizi; 4. di valutare criticamente e sintetizzare i dati attuali sul rapporto costo-efficacia. Per fare questo... |
...è stata compiuta una ricerca su 12 database elettronici fino al novembre 2012 con il controllo degli elenchi di riferimento di tutti gli studi inclusi, su 49 revisioni sistematiche pertinenti, 4 libri di testo chiave e sugli abstract degli ultimi congressi. Sono stati contattati 17 esperti e ricercatori per i dati inediti. Sono stati inclusi gli studi randomizzati controllati (RCT), le prove cliniche controllate (CCT), gli studi con controllo prima e dopo (CBAs) e le serie temporali interrotte (ITSs) per valutare l'impatto dei servizi di cure palliative domiciliari sui risultati raggiunti con gli adulti con malattia avanzata o i loro familiari caregiver o con entrambi. Un ricercatore ha valutato i titoli individuati e gli abstract e due ricercatori hanno, indipendentemente, valutato tutti gli studi potenzialmente rilevanti, l’estrazione dei dati e la qualità metodologica. È stata effettuata la meta-analisi, ove appropriata, e sono stati calcolati i numeri necessari per ottenere un beneficio (NNTBs) per il quesito primario (la morte a casa). Sono stati selezionati 23 studi (16 RCTs di cui 6 di alta qualità), che comprendevano 4042 familiari caregiver e 37.561 pazienti, in gran parte affetti da cancro avanzato ma anche da insufficienza cardiaca congestizia (CHF), malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO), HIV/AIDS e sclerosi multipla (SM), tra le altre condizioni. La meta-analisi ha mostrato una maggiore probabilità di morire a casa in presenza di cure palliative domiciliari [rapporto di previsione (OR) 2,21, 95% CI 1,31 a 3,71; Z = 2,98, valore di P = 0,003; Chi2 = 20.57, gradi di libertà (df) = 6, valore di P = 0,002; I2 = 71%; NNTB 5, IC 95% 3-14 (7 prove con 1222 partecipanti, 3 di alta qualità)]. Inoltre, la sintesi narrativa ha evidenziato la presenza di piccoli, ma statisticamente significativi effetti benefici dei servizi di cure palliative domiciliari rispetto alle usuali cure sulla riduzione, per i pazienti, della sofferenza legata ai sintomi (3 studi di cui 2 di alta qualità e 1 CBA con 2107 partecipanti), ma nessun effetto sul dolore del caregiver (3 RCTs di cui 2 di alta qualità e 1 CBA con 2113 caregiver). Le prove sull'efficacia economica (6 studi) sono inconcludenti. Risulta quindi in modo chiaro e attendibile che le cure palliative domiciliari aumentano la probabilità di morire a casa e riducono la sofferenza legata ai sintomi in particolare per i pazienti oncologici, mentre non hanno efficacia sul dolore del caregiver. Questo giustifica il fornire assistenza palliativa domiciliare ai pazienti che desiderano morire a casa. Sono necessari ulteriori studi sul rapporto costo-efficacia soprattutto per le persone con condizioni non maligne, valutando il luogo di morte e stabilendo quali sono le appropriate problematiche, sensibili al cambiamento e valide in queste popolazioni di pazienti. È anche necessario confrontare i diversi modelli di cure palliative domiciliari, in studi con alta attendibilità.