Durante la 67° assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) svoltasi in Svizzera, a Ginevra, nel maggio 2014, i responsabili delle direttive sanitarie di tutto il mondo hanno incrementato gli sforzi per assicurare l’assistenza globale della persona approvando un’illuminata risoluzione sulle cure palliative.
Nel riconoscere che la cura della terminalità è un’importante settore delle cure palliative, hanno individuato una più ampia porzione della popolazione per questo “approccio che migliora la qualità della vita dei pazienti (adulti e bambini) e delle loro famiglie affrontando [...] |
[...]i problemi associati ad una patologia che comporta la perdita della vita”, hanno quindi ampliato la gamma dei destinatari delle cure palliative a tutti i pazienti con una malattia che li pone in pericolo di vita.
Questa risoluzione era stata introdotta per la prima volta dal governo di Panama a cui successivamente si erano aggiunti stati di altre parti del mondo, anche le organizzazioni della società civile giocarono un ruolo chiave nel dare forma e nel sollecitare l’approvazione di questo determinante documento.
La risoluzione considera che il mettere a disposizione le cure palliative sia una “responsabilità etica” dei sistemi preposti alla salute e richiama tutti i sanitari del mondo ad osservare il “dovere etico” di “alleviare il dolore e la sofferenza sia fisici, psicosociali o spirituali, indipendentemente dal fatto che la patologia o la condizione possa essere curata”.
Il numero di persone che generalmente hanno bisogno di cure palliative è stimato in 40 milioni a livello mondiale e la risoluzione osserva che molti di più ne avranno bisogno in futuro, visto l’invecchiamento della popolazione del globo e l’aumentata prevalenza delle malattie non contagiose.
I delegati dell’Assemblea Mondiale della Salute, nell’approvare questa risoluzione, hanno invitato gli stati a sostenere le iniziative di palliazione, comprese l’educazione e la formazione, il miglioramento della qualità, l’accesso ai farmaci essenziali, compresi i medicinali specifici per il controllo dei sintomi.
È stato richiesto al direttore generale e al personale del WHO di “sviluppare e rafforzare […] le linee guida basate sull’evidenza riguardo all’inserimento delle cure palliative nei sistemi sanitari nazionali, in maniera trasversale nei gruppi di malattia e nei livelli di assistenza”.
L’aggiunta dell’assistenza spirituale come componente a pieno titolo e di pari rilevanza degli altri nelle cure palliative, è di particolare importanza. Anche se già menzionati nella definizione del WHO delle cure palliative, i bisogni spirituali del paziente non ricevono sufficiente attenzione da parte di molti sanitari.
Cecily Saunders, la fondatrice del Movimento hospice e cure palliative, descrisse il concetto di “dolore totale” come l’insieme del dolore fisico, psicosociale e spirituale. La risoluzione si fonda sulla sua visione, su quella di molti sostenitori delle cure palliative e di sanitari perché venga fornita una cura completa e compassionevole a chi è affetto da una malattia seria e complessa.
A questo riguardo il primo incontro organizzativo di una Rete globale per la spiritualità e la salute, si è tenuto a Washington presso l’università George Washington, nel settembre 2013. C’è poi stato l’incontro del Leader’s Council nell’aprile 2014 all’istituto Fetzer a Kalamazoo nel Michigan, convocato dall’Istituto per la spiritualità e la salute dell’università George Washington e dalla Caritas internazionale.
Questa rete globale è stata creata per promuovere la disponibilità di un’assistenza di alta qualità, completa e compassionevole per i pazienti e le famiglie grazie all’integrazione della spiritualità nel sistema sanitario. La spiritualità è definita in modo ampio e comprensivo di una gamma di credenze, pratiche ed espressioni di significato basilare, trascendenza e unione.
L’evidenza empirica, l’esperienza di pazienti e famiglie e concezioni teoretiche sostengono il ruolo critico che la spiritualità gioca nell’assistenza dei pazienti, in particolare quelli con malattie croniche e complesse.
Numerose consensus conference hanno concluso che la sofferenza, psicosociale e spirituale, deve essere affrontata con lo stesso impegno che si dedica al trattamento del dolore. Queste raccomandazioni si basavano sull’evidenza che l’assistenza spirituale è una componente fondamentale di una sanità di alta qualità e che questo aspetto della cura dà migliori risultati quando è riconosciuto e si ripercuote nelle attitudine e nelle azioni sia del paziente che dei sanitari.
La Rete globale per la spiritualità e la salute è stata costituita per riunire medici interdisciplinari, esperti di medicina integrativa, terapisti, ricercatori, educatori, filosofi, teologi, opinionisti, ma anche pazienti e familiari in modo che collaborino all’integrazione della spiritualità nei sistemi sanitari del mondo.
I membri di questa Rete si congratulano con l’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’approvazione di questa importante risoluzione per le cure palliative e offrono le loro competenze e risorse ai medici e a tutti coloro che si adoperano per affrontare la sofferenza totale dei pazienti e delle famiglie e per rispettare la dignità delle persone.
Consultare il sito: www.GNSAH.org per avere ulteriori informazioni sulla Rete globale per la spiritualità e la salute (GNSAH).
vai al contributo: >> World Health Organization Authorities Promote Greater Attention and Action on Palliative Care - Vitillo Robert - Journal of Palliative Medicine Online Ahead of Print: July 28, 2014