Il trattamento del dolore nella terminalità è una priorità per i pazienti ricoverati in hospice.
Il Ketorolac è indicato per la somministrazione per brevi periodi nel dolore da moderato a forte nei pazienti che necessitano di analgesia con oppioidi. Le raccomandazioni suggeriscono di limitarne l’utilizzo a 5 giorni, sia per via orale che parenterale. I rischi comprendono il sanguinamento nei pazienti trattati con anti infiammatori non steroidei e l’insufficienza renale.
Nella nostra esperienza decennale in un hospice di comunità l’infusione continua sottocutanea del Ketorolac ha [...]
[...] migliorato l’analgesia, con danni minimi con somministrazioni superiori ai 5 giorni.
Sono stati passati in rassegna tutti i pazienti dell’hospice degli ultimi 10 anni, a cui era stato somministrata un’infusione sottocutanea di Ketorolac per più di 5 giorni. Sono stati inclusi i pazienti di più di 18 anni che non avessero ricevuto il Ketorolac in altre forme. I criteri di esclusione comprendevano i pazienti morti prima dell’infusione, quelli che avessero ricevuto l’infusione per meno di 5 giorni, o a cui fosse stato somministrato il Ketorolac non per via sottocutanea.
Gli 88 pazienti includibili avevano un’età media di 65 anni (da 27 a 92 anni); il 57% (n=50) erano donne.
75 pazienti erano oncologici e 13 avevano una diagnosi di terminalità non oncologica.
A 5 pazienti (5,7%) l’infusione sottocutanea era stata somministrate solamente durante il ricovero in hospice.
37 pazienti (42%) hanno avuto un’assistenza di cure palliative domiciliare, mentre per 46 (52%) la somministrazione è avvenuta sia al domicilio che durante il ricovero.
La durata media della somministrazione del Ketorolac durante il ricovero è di 3,81 giorni (da 0 a 21), mentre quella domiciliare è di 19,59 giorni (da 0 a 238).
La durata media dell’infusione per tutti i pazienti in trattamento col Ketorolac è stata di 23,49 giorni (da 6 a 238).
L’ago sottocutaneo era posizionato, più frequentemente, nel braccio, nell’addome e nella coscia. Vi sono state rare complicazioni locali.
71 pazienti (81%) hanno ricevuto il Ketorolak fino alla morte.
A 86 è stato prescritto contemporaneamente un farmaco oppioide.
4 pazienti hanno ricevuto contemporaneamente un altro anti infiammatorio non steroideo, diverso dal Ketorolac, compreso l’ibuprofene ed altri 4 pazienti avevano anche una terapia steroidea. Per 1 paziente veniva usato, contemporaneamente, un cerotto alla lidocaina.
Gli effetti collaterali errano costituiti da nausea/vomito (n=12) e sanguinamento gastrointestinale (n=2). L’ematuria è stata l’unica complicanza renale (n=3). Altri effetti collaterali sono stati l’edema (n=8), le allucinazioni (n=1), sanguinamento nel punto di infusione (n=1), l’apnea (n=1) e l’epistassi (n=1).
17 pazienti (19%) hanno sospeso l’infusione sottocutanea di Ketorolac, solo 5 a causa delle complicazioni.
Nei 67 pazienti per i quali si ha la registrazione dei punteggi del dolore, 38 (57%) hanno avuto un miglioramento minimo di 2 punti nei 5 giorni. C’è stata una significativa diminuzione dei punteggi medi del dolore dal 1° al 5° giorno (p<0,001) con una media del 1° giorno di 5,03; del 3° di 3,31 e del 5° di 2,89.
L’utilizzo dell’infusione sottocutanea di lunga durata del Ketorolac ha dato un buon sollievo del dolore ed è stata ben tollerata dai pazienti seguiti dall’hospice che si approssimavano alla morte. Il Ketorolac aveva una maggior facilità di somministrazione rispetto ad altri analgesici ed è stato somministrato fino alla morte nella maggior parte dei pazienti. Molti pazienti hanno iniziato l’infusione, senza problemi, durante l’assistenza domiciliare. L’impostazione retrospettiva della ricerca priva di controllo, ne rappresenta un limite. Le variazioni degli analgesici, oppioidi o adiuvanti, somministrati in concomitanza possono aver prodotto effetti migliorativi rispetto a quello positivo svolto dal Ketorolac.
vai all'abstract: >> Long-Term Continuous Subcutaneous Infusion of Ketorolac in Hospice Patients Melissa Gaines - Journal of Palliative Medicine Vol. 18, no. 4, 2015