Questo è un aggiornamento della rassegna Cochrane originale pubblicata nel 2013 (Numero 6). Il prurito si presenta in pazienti con malattie di base diverse ed è causato da differenti meccanismi patologici. Nei pazienti di cure palliative, il prurito non è il sintomo più diffuso, ma è uno dei più sconcertanti. Può causare notevoli disagi e interferisce con la qualità della vita dei pazienti.
Per valutare gli effetti dei diversi trattamenti farmacologici per la prevenzione o il trattamento del prurito nei pazienti adulti sottoposti a cure palliative, sono stati consultati, per questo aggiornamento, CENTRAL (The Cochrane Library) e MEDLINE (OVID) fino al 9 giugno 2016 ed Embase (OVID) fino al 7 giugno 2016.
Inoltre, sono state compiute ricerche sui registri delle sperimentazioni e sulle liste di riferimento di tutti [...]
[...]gli studi rilevanti, sui libri di testo chiave, sulle recensioni ed i siti web, e sono stati contattati gli studiosi e gli specialisti del prurito e delle cure palliative per quanto riguarda i dati non pubblicati.
Sono stati inclusi gli studi clinici controllati randomizzati (RCT) per valutare gli effetti dei diversi trattamenti farmacologici, in confronto con un placebo, nessun trattamento o un trattamento alternativo, per prevenire o trattare il prurito nei pazienti di cure palliative.
Due ricercatori hanno valutato indipendentemente i testi e gli abstract identificati, hanno estratto i dati e valutato il rischio di errori di distorsione e la qualità metodologica. I risultati sono stati riassunti descrittivamente e quantitativamente (meta-analisi) secondo i diversi interventi farmacologici e le malattie associate al prurito. L’evidenza è stata valutata utilizzando GRADE (Grading of Recommendations Assessment, Development and Evaluation) e sono state create 10 tabelle di 'Sintesi dei risultati'.
In totale, nella rassegna si sono inclusi 50 studi con 1916 partecipanti. Per questo aggiornamento si sono aggiunti 10 studi con 627 partecipanti. Complessivamente, si sono accolti 39 diversi trattamenti per il prurito suddivisi in quattro differenti gruppi di pazienti.
Il rischio complessivo di errori di distorsione è eterogeneo e variava da rischio alto a basso. Nel complesso, 48 studi (96%) avevano un elevato rischio di errori a causa delle basse dimensioni del campione (cioè meno di 50 partecipanti per braccio di trattamento).
Utilizzando i criteri GRADE, il giudizio sulla qualità dell’evidenza è stato ridimensionato a moderata in 7 e a bassa in 3 comparazioni per la risultanza primaria (prurito), principalmente a causa di imprecisione e rischio di bias.
Nei partecipanti in cure palliative con prurito di natura diversa, il trattamento con la paroxetina, un inibitore della ricaptazione della serotonina, ha ridotto il prurito di 0,78 punti (scala analogica numerica da 0 a 10; 95% intervallo di confidenza (IC) da -1.19 a -0.37; 1 studio RCT, n = 48, qualità delle prove: moderata) rispetto al placebo.
Per i partecipanti che soffrono di prurito uremico, il gabapentin è stato più efficace del placebo (scala analogica visiva (VAS): da 0 a 10), differenza media (DM) -5.91, 95% IC da -6.87 a -4.96; 2 studi RCT, n = 118, qualità dell’evidenza: moderata).
La nalfurafine agonista del recettore κ-oppioidi ha mostrato un miglioramento del prurito uremico (VAS 0-10, DM -0.95, 95% IC da -1.32 a -0.58; 3 studi RCT, n = 422, qualità dell’evidenza: moderata) e solo pochi eventi avversi. Inoltre, il sodio cromoglicato ha mitigato il sintomo per i partecipanti con prurito uremico di 2,94 punti sulla VAS (0 a 10) (95% IC da -4.04 a -1.83; 2 studi RCT, N = 100, qualità dell’evidenza: moderata) rispetto al placebo.
Nei partecipanti con prurito colestatico, i dati privilegiavano la rifampicina (VAS: da 0 a 100, DM -24,64, 95% IC da -31.08 a -18.21; 2 studi RCT, n = 42, qualità dell’evidenza: bassa) ed il flumecinol (RR> 1 privilegia il gruppo di trattamento; RR 1.89, 95% IC da 1.05 a 3.39; 2 studi RCT, n = 69, qualità dell’evidenza: bassa) e hanno mostrato una bassa incidenza di eventi avversi rispetto al placebo.
Il naltrexone antagonista degli oppioidi ha ridotto il sintomo nei partecipanti con prurito colestatico (VAS: da 0 a 10, DM -2.26, 95% IC da -3.19 a -1.33; 2 studi RCT, n = 52, qualità dell’evidenza: moderata) rispetto al placebo. Tuttavia, gli effetti nei partecipanti con prurito uremico sono stati inconcludenti (differenza percentuale -12,30%, 95% IC da -25.82% a 1.22%, 1 studio RCT, N = 32). Inoltre, grandi dosi di antagonisti degli oppioidi (ad esempio il naltrexone) potrebbero non essere appropriati nei pazienti in cure palliative a causa del rischio di ridurre l’analgesia.
Nei partecipanti con prurito associato ad HIV, non è chiaro se il trattamento farmacologico con cloridrato idrossizina, pentossifillina, triamcinolone o indometacina riduca il prurito, perché le evidenze erano di qualità molto bassa (ad esempio piccole dimensioni del campione, mancanza di cecità).
Diversi interventi risultano essere efficaci per il prurito uremico nelle cure palliative. Tuttavia, le terapie per i pazienti con tumori maligni sono ancora carenti. A causa delle piccole dimensioni del campione della maggior parte delle meta-analisi e della qualità metodologica eterogenea degli studi inclusi, i risultati devono essere interpretati con cautela rispetto alla generalizzazione.
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