Una sostanza naturale che si sapeva attivare il dolore nel sistema nervoso centrale, si è scoperto che ha l'effetto opposto in altre parti del corpo, ciò potenzialmente apre la strada a nuovi metodi di controllo del dolore.
La scoperta potrebbe spiegare il ripetuto - e costoso - fallimento nel corso degli ultimi 20 anni degli studi clinici sui potenziali farmaci antidolorifici che avevano come obiettivo questa sostanza, nota come 'sostanza P'.
La sostanza P è prodotta sia nel sistema nervoso centrale - il cervello e il midollo spinale - che nel sistema nervoso periferico - tutti gli altri nervi e cellule nervose che inviano segnali al cervello.
La nuova ricerca, da parte della Hebei Medical University in Cina e dell'Università di Leeds nel Regno Unito, ha scoperto che, nel sistema nervoso periferico, la sostanza P rende le cellule nervose meno [...]
[...] reattive ed eccitabili, riducendo in tal modo le sensazioni di dolore. Questo è in netta contrapposizione con il suo ruolo nel sistema nervoso centrale, dove innesca segnali molto diversi, eccitando i neuroni e promuovendo così il dolore.
Il capo-ricercatore professor Nikita Gamper, dell'Università di Leeds, spiega: "Siamo stati molto sorpresi dai risultati - la sostanza P è descritta nella letteratura come una molecola che eccita le cellule nervose e promuove il dolore. Ma abbiamo scoperto un paradosso - che nel sistema nervoso periferico questa agisce come uno degli antidolorifici naturali del corpo ed effettivamente sopprime il dolore. Questo significa che quando i farmaci sono stati utilizzati nelle sperimentazioni per sopprimere l'azione della sostanza P nel sistema nervoso centrale, essi possono anche averle impedito di agire come antidolorifico nel sistema periferico. Così, anche se i farmaci sembravano efficaci in laboratorio, quando si passava agli studi clinici, fallivano. "
La sostanza P agisce nel sistema periferico modulando l'azione di alcune proteine che controllano la capacità dei neuroni che percepiscono il dolore di rispondere a stimoli dolorosi. In particolare, la sostanza P rende una di queste proteine estremamente sensibile allo zinco, in modo che le tracce naturali di zinco in circolazione sono sufficienti a smorzare la sua attività e a sopprimere le risposte neuronali.
Il professor Gamper - che è anche visiting professor presso la Hebei Medical University - ritiene che questa scoperta potrebbe aprire la porta a nuovi farmaci privi degli effetti collaterali negativi attualmente associati agli antidolorifici più forti.
"Farmaci come la morfina sopraffanno i meccanismi antidolorifici naturali del corpo, come ad esempio quelli di cui si servono le endorfine, ma dato che agiscono all'interno del sistema nervoso centrale, possono influire su altre cellule del cervello che utilizzano percorsi simili, portando ad effetti collaterali quali la dipendenza o la sonnolenza" dice il professor Gamper. "Se riuscissimo a sviluppare un farmaco che imiti il meccanismo utilizzato dalla sostanza P, assicurandoci che non possa oltrepassare la barriera ematoencefalica verso il sistema nervoso centrale, restando quindi attivo solo all'interno del sistema nervoso periferico, è probabile che potrebbe sopprimere il dolore con limitati effetti collaterali. "
Lo studio - che ha esaminato l'azione della sostanza P all'interno delle cellule nervose in laboratorio e su modelli animali - era focalizzato sul dolore acuto, ma il professor Gamper si propone di esaminare il suo ruolo anche nell’ambito del dolore cronico.
La ricerca è stata finanziata dal Medical Research Council del Regno Unito e dal Programma nazionale di ricerca di base e dalla National Natural Science Foundation cinesi.
vai all'abstract: >> Article: Redox-Dependent Modulation of T-Type Ca2+ Channels in Sensory Neurons Contributes to Acute Anti-Nociceptive Effect of Substance P, Huang Dongyang, Huang Sha, Gao Haixia, Liu Yani, Qi Jinlong, Chen Pingping, Wang Caixue, Scragg Jason L., Vakurov Alexander, Peers Chris, Du Xiaona, Zhang Hailin, and Gamper Nikita, Antioxidants & Redox Signaling, doi:10.1089/ars.2015.6560, published online 15 June 2016.