Un documento in due parti pubblicato recentemente in Age & Ageing, la rivista scientifica della British Geriatrics Society, rivela che caratterizzare il dolore nei pazienti più anziani può migliorare la qualità della loro vita e contribuire a destinare le risorse a coloro che presentano un maggior rischio di disabilità.
Lo studio ha anche evidenziato che l'uso di nuovi profili del dolore, che prendono in considerazione l'impatto del dolore e la sua natura soggettiva, potrebbe permettere una migliore gestione del dolore e più accurate previsioni sull’utilizzo della sanità da parte delle persone anziane.
La ricerca, “Comprendere il dolore nelle persone anziane”, studia i profili del dolore nei pazienti più anziani e come questi aiutino a prevedere la disabilità, la qualità della vita e contribuiscano a gestire le risorse sanitarie. La ricerca, condotta dall'Università di Limerick in Irlanda, mette in evidenza il fatto che il dolore è un problema ampiamente ravvisato negli anziani e un motivo abituale del perdurare della disabilità a lungo termine.
I dati per la ricerca derivano da 8.171 persone intervistate, di 50 o più anni, che vivono in un ambiente comunitario. Il 65% ha riferito di non provare spesso dolore. Tra i 2.896 intervistati che provano spesso dolore, sono stati identificati quattro profili del dolore con domande del tipo: “il dolore le rende difficile svolgere le normali attività?”, “in quali posti sente dolore?” e “sta prendendo farmaci per controllare il dolore?”.
Precedenti ampi studi sulla popolazione che esaminavano il dolore nelle persone anziane si erano limitati ai dati relativi alla frequenza del dolore, e/o all'intensità del dolore riferito. Questa ricerca è peculiare dato che riconosce che [...]
[...] l'impatto del dolore può variare notevolmente ed è un'esperienza soggettiva. Prende anche in considerazione fino a che punto il dolore influisca sulla capacità di una persona di partecipare alle attività domestiche o professionali, quanto sia diffuso ed anche l'utilizzo di farmaci analgesici. Lo studio mette in evidenza il vantaggio di considerare una più ampia gamma di variabili nel descrivere il dolore per migliorarne la gestione e ridurre eccessive indagini e trattamenti medici.
La ricerca rileva inoltre che i profili del dolore possono essere utilizzati per prevedere l'utilizzo dell’assistenza sanitaria da parte degli anziani.
Identificare le persone con dolore a localizzazione multipla o singola che interferisce sulle attività quotidiane e richiede farmaci, potrebbe rivelarsi un importante fattore predittivo indipendente del ricorso al medico di base e a visite ambulatoriali in ospedale. L'accesso a tali dati potrebbe rivelarsi di enorme beneficio dal punto di vista della programmazione sanitaria.
Kieran O'Sullivan, docente di fisioterapia presso il Dipartimento di terapie cliniche dell'Università di Limerick, e uno dei principali autori del documento Age & Ageing, ha dichiarato: "Per troppo tempo abbiamo trattato il dolore come un'entità a sé, invece di trattare la persona che prova dolore. Questi dati dimostrano che una serie di fattori demografici, psicologici e di salute influenzano l'impatto del dolore in una persona. Confrontando meglio il trattamento del dolore con le specifiche esigenze di ogni persona, la qualità della vita potrebbe essere migliorata in modo significativo, riducendo al contempo i costi dell’assistenza sanitaria. "
Articles: Understanding pain among older persons: Part 1 - the development of novel pain profiles and their association with disability and quality of life, Kieran O'Sullivan, Norelee Kennedy, Helen Purtill and Ailish Hannigan, Age & Ageing, doi: 10.1093/ageing/afw131, published online 19 July 2016.
Understanding pain among older persons: Part 2 - the association between pain profiles and healthcare utilisation, Norelee Kennedy, Kieran O'Sullivan, Ailish Hannigan and Helen Purtill, Age & Ageing, doi: 10.1093/ageing/afw128, published online 19 July 2016.