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Il cancro sta diventando un grave problema finanziario. È questa la constatazione fatta da un gruppo di 37 esperti guidati dal professor Richard Sullivan del King's College di Londra, in un rapporto pubblicato su Lancet Oncology.
A circa 12 milioni di persone in tutto il mondo viene diagnosticato il cancro ogni anno, cifra che potrebbe raggiungere i 26-28 milioni entro il 2030, con un costo che raggiungerà cifre dell’ordine di centinaia di miliardi di euro. La maggior parte dei Paesi sviluppati dedica tra il 4% e il 7% del bilancio sanitario ai trattamenti contro il cancro, e il numero dei farmaci per combattere questa malattia è in continuo aumento.
Quali sono le cause e le soluzioni per i costi correlati al cancro nei paesi sviluppati?
Com’è possibile fornire una cura di alta qualità e basata su principi di equità?
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Su questi aspetti il contributo per affrontare gli ostacoli e verificare le soluzioni da offrire degli operatori sanitari, dei politici e dei sopravvissuti alla diagnosi di cancro ha espresso una forte concordanza.
I numerosi fattori di modifica dei costi: l’uso eccessivo delle terapie e delle tecnologie, la rapida espansione e quindi la riduzione dei cicli di vita delle tecnologie per il cancro (farmaci e modalità di imaging), la mancanza di adeguati studi di ricerca clinica e sanitaria integrati con una precisa analisi economica, hanno registrato una convergenza con: una pratica medica più spinta verso azioni difensive, un sistema poco informato sulla regolamentazione, la mancanza di evidence-based nel dibattito socio-politico e un certo calo di equità nei confronti di tutti i pazienti oncologici.
Sono necessarie urgenti soluzioni che possano:
- modificare il re-engineering macroeconomico dei costi,
- consentire inoltre una maggiore educazione dei decisori politici,
- promuovere un sistema regolatore informato e trasparente.
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